Azienda Agricola Gravner Francesco

La nascita della cantina Gravner e della produzione dei suoi vini racconta una storia affascinante: Josko Gravner inizia giovane a fare il vino, e con l’entusiasmo dei giovani si dedica alla ricerca, finalizzata a produrre ‘tanto e bene’. Così, negli anni ’80, dota la cantina di tutta la tecnologia allora disponibile, con vasche in acciaio e piccole botti nuove di rovere francese. Ma il vino che ne risulta non lo soddisfa, gli appare snaturato, come staccato dal territorio. E allora Gravner decide di tornare alle origini. Il vino 8000 anni fa si faceva nel Caucaso con le anfore in terracotta interrate (qvevris), che permettono una fermentazione spontanea a temperatura costante ma non controllata, senza alcun intervento diretto da parte dell’uomo. Così Josko, con qualche difficoltà logistica, si procura le anfore dalla Georgia, le interra in cantina e ricomincia da capo. Dal 1997 i bianchi Gravner si caratterizzano per una prima fermentazione di diversi giorni sulle bucce, in queste anfore. Dopo la svinatura e la torchiatura, il vino torna in anfora per qualche mese. Solo l’affinamento finale avviene in grosse botti di rovere. Il risultato è un vino dal colore arancio, un vino difficile, che non è fatto per piacere a tutti. Nasce così il fenomeno dei vini arancioni italiani, che si diffonderà in tutto il Collio negli anni successivi. Con questo approccio la cantina produce un vino 100% Ribolla Gialla e il Bianco Breg da uve Chardonnay, Sauvignon, Pinot Grigio e Riesling Italico. Solo nelle migliori annate viene prodotta una riserva 100% Pinot Grigio da una selezione di uve dei vigneti Njiva, Bračnik e Polje.